sabato 12 Marzo 2016 ore 17:00

Gian Ruggero Manzoni “Le Mutevoli Forme”

“Le mutevoli forme”, una Personale dedicata alla recente opera pittorica di Gian Ruggero Manzoni, artista poliedrico di fama internazionale, noto anche come scrittore, poeta, critico d’arte e performer.

Con questa mostra la Galleria aderisce a un più ampio progetto espositivo di Gian Ruggero Manzoni, “STELLE, COSTELLAZIONI, GALASSIE, SEMI, MUTAZIONI”, che è stato realizzato per la prima volta al Museo di Arte Moderna di Pescara, ha toccato varie città Italiane e, attualmente, parallelamente alla mostra di Imola, coinvolge il Museo Municipale d’Arte di Oxford.

 

Per la prima volta in Emilia – Romagna, la mostra vede quarantotto opere recenti, a tecnica mista, scelte dal curatore Luigi Foschini il quale ha anche dato il titolo all’esposizione.

I lavori, tutti realizzati negli ultimi cinque anni, fanno parte di un’ulteriore fase di elaborazione della ricerca di Gian Ruggero Manzoni, un nuovo ciclo artistico: quello che lui stesso definisce una sorta di “ricerca delle origini” con molti elementi di novità.

Il filo conduttore delle opere in esposizione, a tecnica mista, è lo stretto rapporto con il mondo dell’infanzia, dalla letteratura alla simbologia, in una mutevolezza continua delle forme, tipica di quel periodo, che rappresenta una rivisitazione della nostra componente primigenia e ancestrale.

Nella dimensione spiccatamente visionaria dell’artista, sulle tele appaiono personaggi fantastici: figure circensi, marionette, volti di scimmia e di graziosi volatili, corpi umani con piedi di pesce e faccia da uccello, un vecchio teatro dei burattini… Esseri indefiniti che raccontano storie, racchiudendo in sé quella componente narrativa tanto cara all’artista.

La dimensione dell’infanzia come “piacere giocoso” emerge attraverso una contaminazione tra disegno e oggetti di recupero; l’artista inserisce nelle opere lettere dell’alfabeto, in una sorta di abbecedario, vecchio sussidiario delle scuole di un tempo, dove le figure intercalavano con le parole, in un fascino ritrovato, utilizza i timbri dei bambini, pezzi di scotch, materiali di recupero, poveri, su cui interviene con il segno e con il colore, nel tentativo di conferire all’opera un aspetto architettonicamente compiuto.

 

L’opera recente di Gian Ruggero Manzoni possiede una poesia intrinseca sia nella forma che nel colore, in una ritrovata armonia; si può notare un attenuarsi dei toni cromatici che in passato venivano utilizzati dall’artista in maniera più netta, in un contesto pittorico alleggerito nell’insieme.

Questa fase artistica, alla ricerca di un antico candore, trova corrispondenza con un periodo più sereno della vita di Gian Ruggero Manzoni, il quale trova ispirazione proprio dal rapporto felice con la figlia Maria Virgilia (ora ventenne) e dagli oggetti che ne hanno popolato l’infanzia.

 

Si osserva inoltre lo stile del graffitismo, il fumetto e un certo primitivismo che hanno da sempre contraddistinto l’opera di Gian Ruggero Manzoni, ma che in quest’ultima fase si affermano con maggiore decisione.