Ninfa Gentile
Sono entusiasta di curare la mostra di esordio di Enzo Grippa, un giovane artista capace di trasformare la fragilità del vetro in poesia visiva. Le opere di Enzo sono frutto di un percorso artistico fuori dagli schemi, egli sente la vocazione e trova nel vetro il suo privilegiato strumento di espressione. La sua arte è una riflessione su cosa significhi nella vita avere l’opportunità di trovare la propria strada ma anche un riverbero sul concetto di talento ed il suo appare così nitido e certo da essere spiazzante.
Scopre l’arte in un materiale inusuale nel contesto artistico, con peculiarità come la trasparenza e la fragilità e proprio sfruttando queste caratteristiche, Enzo riesce a raccontare storie ed esprimersi. La frattura, il difetto per eccellenza nella perfezione che ricerchiamo nel vetro, diviene invece il punto di partenza per la creazione di forme inedite e delicate, che evocano movimenti e sensazioni.
La poetica di Enzo è affascinante: nelle sue mani, il vetro riflette una realtà complessa e frammentata. L’artista rincorre, martellata dopo martellata, l’imprevedibilità delle spaccature portandole a creare figure che nel corso della lavorazione raccontano qualcosa di diverso anche rispetto alla sua stessa idea iniziale. Ogni crepa nel vetro diviene un segno artistico, un invito a riflettere su come, anche nelle nostre vite, i momenti di fragilità possano essere generativi e vitali. Le opere di Enzo sono sospese tra imprevedibilità, fragilità e forza. Questa mostra non è solo un’esposizione di lavori straordinari, ma un invito a esplorare la fragilità come una risorsa, la qualità che ci rende autentici.
Sono orgoglioso di poter presentare questo giovane talento che, attraverso un percorso del tutto personale, è riuscito a trasformare un materiale che siamo abituati a considerare solo nella sua integrità in un metodo artistico che nasce invece dalla frattura dello stesso.
Vi invito a partecipare a questa esperienza emozionante e a lasciarvi incantare dalla delicatezza e dalla profondità delle opere fatte di luce e trasparenza. Dove le crepe raccontano storie, l’imprevedibilità diventa stimolo per l’improvvisazione e la fragilità diventa poesia.
Luigi Foschini