Antonio Murgia
Non è facile per un ragazzo che nasce nella Sardegna degli anni Cinquanta, in una regione che viveva di pastorizia, agricoltura e poco altro, lontanissimo da tutti quelli che, anche in quel periodo, erano le città i centri dove germogliavano i movimenti artistici italiani, pensare e volere fortemente fare l’artista.
È quello che è accaduto ad Antonio Murgia che nasce a Sarroch in provincia di Cagliari in una modesta famiglia di operai, costretta ad emigrare per trovare lavoro.
Una cosa gli è chiara, il fatto di voler restare coerente al linguaggio che sente più suo, la Pop Art e, ripartendo dalla filosofia inglese di questo movimento, pensa e rielabora i personaggi e le situazioni di cui ogni giorno parlano i quotidiani, i magazine e le televisioni, i miti popolari che colpiscono e attraggono le masse.
Personaggi del male vengono da Murgia ridicolizzati e ricontestualizzati con immagini simbolo dei fumetti, miti popolari smitizzati con ironia da improbabili "Topolino, Pippo, Paperina o Spiderman", così come le situazioni di dominio o di potere sono dipinte e mostrate con sarcasmo alle incredulità popolare: sono le "Murgia Ironical" che nascono a partire dai primi anni 2000.
Queste opere pensate, politicamente scorrette, decide di firmarle col proprio nome Antonio Murgia. Il ragazzo timido di un tempo è diventato l’uomo ironico e consapevole della propria forza che gli deriva dalla conoscenza di se stesso e dalla sapienza di sapersi prendere in giro per primo.
Attraverso questa cognizione di se, può creare e mettere il dito nella piaga della realtà di ogni giorno.
I personaggi dei fumetti presi a prestito, che utilizza nelle proprie opere, inseriti nel contesto di una situazione proposta e diffusa dai media, serve a dare una lettura altra.
E’ il proprio pensiero che mette in pittura con l’ironia della burla, della satira nei confronti di un contesto gridato ai quattro venti dai mezzi di comunicazione di massa e che vogliono far passare per veritiera.
Attraverso la sua Pop Art denuncia e diffonde il pensiero di come, anche non volendo, la mente e le persone possono essere manipolabili.
Proseguendo su questa linea di pensiero e di ricerca nasce intorno alla metà degli anni 2000 il ciclo "Pretaporter", che contiene in se tutto il mondo dell’apparenza, l’essere fuori e il non essere dentro.
E ancora i personaggi dei fumetti gli vengono incontro, di norma asessuati, esenti dall’apparire, diventano miti del fashion, acquisiscono carica erotica assumono portamenti da modelli con fisici mozzafiato; è il mondo che ci gira intorno è quello che vogliamo mostrare.
Il guardarsi intorno in maniera approfondita gli fa comprendere appieno due dei concetti cardini che possono descrivere il nostro mondo: il caos e l’ordine, pensieri che in prima battuta possono sembrare opposti, in realtà sono due aspetti che coesistono. Vivono uno accanto all’altro anche nell’animo umano.
M.G.Melandri