Maurizio Pilò - Bottega Gollini

Maurizio Pilò


Maurizio Pilò nasce a Faenza il primo maggio del 1957. Dopo il diploma al Liceo Artistico di Ravenna frequenta l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Segue i corsi di Umberto Folli, Tono Zancanaro, Remo Muratore, Giò' Pomodoro, Paolo Racagni, Vittorio D'Augusta, Eugenio Carmi e Gabriele Partisani. Conclude gli studi con una tesi dal titolo “Segno naturale, segno artificiale”, relatore il Prof. Claudio Spadoni.
Stabilisce il suo studio a Santa Maria in Fabriago, piccolo borgo nella campagna romagnola vicino al fiume Santerno.
Le sue prime mostre di pittura risalgono alla metà degli anni novanta.
Nel 1998 per la mostra “Senzargini” Giulio Guberti scrive: “Il tema degli argini è molto interessante, ambiguo quel tanto che basta. Ha una doppia valenza: da una parte gli argini ci proteggono dalle acque, dall’altra ci impediscono di vedere oltre. Bisogna lavorarli al corpo come si dice nella boxe. E anche un pò a vedere un pò fuori di noi.”
“Si intuisce un profondo silenzio, scrive Danilo Montanari, non una assenza di suono, ma una presenza concreta di silenzi.
Successivamente ha tenuto mostre collettive e personali. Alla Galleria Voltone della Molinella di Faenza (2009/2018), a Fabbrica, nel grande centro culturale di Angelo Grassi a Gambettola (2009), ai Magazzini del Sale di Cervia (2010), alla Galleria di Arte Contemporanea a Cesena (2011), alle Pescherie della Rocca di Lugo (2011).
Scrive Angelamaria Golfarelli, curatrice di queste mostre: “…la pellicola fotografica, da sempre amato spartito creativo, diventa specchio che riflette gli incontri più significativi”. Le evoluzioni del suo lavoro sono state messe in luce nella mostra a Villa Torlonia a San Mauro Pascoli, da Gino Gianuizzi che scrive “…ne risulta un paesaggio inatteso, immaginato, che restituisce una densità di sensazioni, ricordi ed emozioni per creare una visione nuova” e da Raffaele Quattrone nella mostra alla Sala dell’Annunziata a Imola dove…. “Ci sono racconti di alberi, le loro giornate, i loro silenzi. Una passeggiata negli ambienti e nei paesaggi che ci circondano e nei quali abitiamo, che ci invita ad ascoltare quello che normalmente non ascoltiamo e a vedere quello che normalmente non vediamo”.
Dal 2018 con l’Associazione Culturale “Logos”, ha l’occasione di portare le sue opere alla Pinacoteca Civica “A.Ricci” di Monte San Martino (MC), a Firenze e a Roma.
Negli spazi del Palazzo del Commercio di Lugo espone i suoi lavori nel 2019.
“Trasparire” è il titolo della mostra curata da Valeria Leoni.
Nel mese di settembre del 2019 partecipa alla collettiva “ Omaggio a Hermann Nitsch” al Centro Culturale Mercato di Argenta.
Il Prof. Aldo Savini scrive che Pilò, nei suoi lavori, “propone una riflessione sul tempo interiore, dove il presente e il passato non seguono un ordine consequenziale, con immagini e segni sovrapposti raccolti attorno a quell’albero frastagliato come per un’esplosione che altro non è che la proiezione di se stesso”.
Nicola Cavallini, è il curatore della mostra “Pagine sconfinate” nell’ottobre del 2020 a Ferrara alla Gallery Annunziata.
È presente ad Arte Fiera nel 2018/2019/2020 nello spazio Danilo Montanari Editore Ravenna e nel mese di ottobre del 2020 pubblica con Danilo Montanari Editore il libro “Sfogliarsi”, con il testo di Luca Donelli.
….“Quello che racconto con i miei lavori avviene attraverso le fotografie dei i luoghi che mi trovo davanti tutti i giorni; diventano appunti, immagini che rimangono sepolte e diventano memoria. Una volta “svelate” le incollo su una tavola di legno, vengono celate con pezzi di vecchie pellicole fotografiche, poi altri scarti che vengono trasformati in qualcosa di “prezioso”, cera d’api, foglia d’oro, catrame, carta. Tutto come un unguento che allunga la vita, strati di giorni, lavori, pensieri, momenti”.

Opere uniche di Maurizio Pilò